Il lupo
perde il pelo ma non il vizio. I proverbi italiani difficilmente
sbagliano. Questo vale a maggior ragione quando si parla di politica.
Con il consenso dei nostri nonni, si potrebbe azzardare una leggera
modifica al noto detto popolare: il parlamento cambia il governo ma
non il vizio. Mentre le casse dello Stato si svuotano – nonostante
l'aumento delle tasse –, i tecnici "sistemano" il paese e
le famiglie piangono, i politicanti proseguono con l'unica cosa che
sono in grado di fare: pararsi il culo a vicenda. Il 6 giugno il
Senato ha bloccato l'arresto di Sergio De Gregorio, con 169 voti a
favore contro 109. Nonostante il Pd, l'Udc e la Lega si fossero
dichiarati favorevoli all'arresto, qualcuno, in perfetto stile
italiano, ha deciso di disertare e di offrire uno scudo al senatore
del Pdl. I soliti franchi tiratori, protetti dallo scrutinio segreto
richiesto dai senatori pidiellini.
Non si vuole
entrare nel merito della fondatezza delle accuse poste a carico di De
Gregorio. Ma la legge è uguale per tutti: se a un comune cittadino
vengono imposti gli arresti domiciliari, nulla può fermare il
braccio armato dello Stato. Ma se si entra negli oscuri corridoi di
Montecitorio o di Palazzo Madama allora tutto cambia. Le accuse, le
denunce e le richieste di arresto sembrano sciogliersi come neve al
sole. Non fanno neanche in tempo a varcare le porte dell'aula, che si
polverizzano in una nube di ipocrisia e vergogna. In un prossimo
articolo proveremo a spiegare questi sentimenti ignoti ai nostri
politicanti.
Il buon De
Gregorio è solo l'ultimo di una lunga lista. Sono molti gli
onorevoli che tengono la loro poltrona bella calda, dopo essere
sfuggiti alle grinfie della giustizia grazie all'aiuto dei loro soci.
Nicola Cosentino è forse il più famoso – per alcuni famigerato –
di questo elenco dei graziati. L'accusa dei pm di Napoli di
riciclaggio e corruzione, con l'aggravante del metodo mafioso, non è
bastato alla casta per giudicarlo colpevole. Per non farci odiare dai
berluscones, citiamo anche il
senatore ex Pd Alberto Tedesco, indagato nell'ambito di una delle
inchieste della sanità in Puglia e prontamente salvato dai compagni
di merende. Ma in questo scenario da sogno per i politicanti
italiani, dobbiamo citare il nome dell'unico "sfigato"
che è stato mandato in gattabuia: Alfonso Papa, coinvolto
nell'inchiesta sulla P4. Il giorno dopo l'arresto, all'entrata della
Camera dei Deputati hanno attaccato un quadretto del martire che si è
sacrificato affinché altri 944 ladroni si salvassero. Un eroe. A
morte i giudici – per par condicio
– catto-fascio-comunisti!
Per
la prima volta mi sento in dovere di lanciare un appello: togliamo
subito l'immunità parlamentare. Non importa se anche altri paesi
adottano tale protezione. Ogni sistema funziona in maniera differente
e il nostro è chiaramente deviato. Siamo ancora intrisi di
tradizioni politiche più vecchie della Repubblica stessa, come il
clientelismo e il trasformismo. Inoltre la nostra classe politica è
veramente deprimente, ma allo stesso tempo sghignazzante all'idea che
qualsiasi reato commettano, nessun organo potrà punirli. Politici
con una fedina penale pulita, come Grillo urla a ogni suo convegno,
sono una conseguenza della loro effettiva punibilità, anche dopo
eletti. Se proprio dobbiamo buttare le mele marce, dobbiamo anche
essere in grado di strapparle dall'albero.
Ciao
RispondiEliminaDomanda: Perché questi signori hanno il titolo: "Onorevole?"
Cordialità
piesse, sarebbe meglio togliere il codice captcha
Ti rispondo con una battuta: basterebbe premettere al titolo il suffisso "dis-". Non si sta parlando nè di destra nè di sinistra. E' curioso che ci sia un aspetto che unisce tutti i "politicanti" italiani: l'insieme dei privilegi di una casta che non si smantella.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il codice captcha è stato rimosso. Mi rendo conto che inserire un commento in tal modo può essere fastidioso. Grazie della segnalazione.
Ringrazio Andrea che ha fatto questa premessa: non vogliamo riferirci a nessuna posizione politica! La casistica vuole che il Pdl abbia più persone coinvolte in atti giudiziari, ma non vogliamo assumere giudizi di valore. Personalmente me ne scuso se ho lasciato filtrare qualche idea politica, non era mia intenzione.
RispondiEliminaIl titolo di onorevole è veramente imbarazzante, soprattutto legato a questi soggetti. Per quanto mi riguarda, non reputerei mai un onore incontrare certi individui, sapendo dei loro coinvolgimenti in reati vari, tra cui a sfondo mafioso.
Un'ultima precisazione riguarda la parola "politicante", volontariamente preferita a politico. A voi l'interpretazione...basta che sia dispregiativa!