Con
l'allontanamento di Silvio Berlusconi da palazzo Chigi, la politica
ha perso quell'aspetto buffonesco a cui eravamo stati abituati negli
ultimi anni. Il merito non era tutto suo. Tra le file del suo
partito, il Popolo della Libertà, i "pessimi elementi"
avevano un ruolo di alta caratura. Per non parlare del partito di
coalizione, la Lega Nord, portatrice dei valori del "celodurismo"
e allo stesso tempo fedele compagna di un governo che ben poco si
interessava del cosiddetto federalismo. Ma vogliamo discutere
dell'opposizione? Il Partito Democratico, la vera alternativa al
governo, il grande partito di centrosinistra. Oppure dell'Unione di
Centro, una riproposizione in stile bonsai della Democrazia
Cristiana. Oppure l'Italia dei Valori del grande buontempone Di
Pietro, ex cane da guardia della politica, ora perfettamente
integrato negli ingranaggi istituzionali. Per non parlare degli altri
partiti, nati prima e durante la legislatura, che lasciano il tempo
che trovano. Il Cavaliere al governo era come un ombrello: tutti
sotto di lui, chi a difenderlo chi ad attaccarlo. Bastavano quei due
minuti quotidiani per accertare la propria presenza in Parlamento,
dichiarazioni standardizzate, qualche urlo, gesto o emissione sonora,
e le televisioni avevano qualcosa da mandare in onda, giusto per
ricordare che “lavorano” ancora per noi. A quante baggianate
abbiamo assistito?
Però il
sentimento dell'antipolitica si sta coltivando solo ora. Sembra che
il governo tecnico del poco amato Mario Monti non tenga proprio a
diventare simpatico ai cittadini. L'aumento
indecente della pressione fiscale favorisce questo processo e il
continuo mantenimento dello status di casta (dei tagli alla politica
non si vede nemmeno l'ombra) infervora gli animi più accesi. Se poi
si considera il triste e crescente numero di imprenditori che si
tolgono la vita per l'impossibilità di mandare avanti la propria
azienda, il disprezzo delle istituzioni avanza a passi da gigante. E
queste sono solo alcune cifre dello scenario italiano nel 2012. Dato
il quadro della situazione bisognerebbe non lasciarsi trasportare dalla demagogia,
come ha suggerito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano?
Io credo che si tratti più di incazzatura, con tutto il rispetto per
l'alta carica dello stato.
La posizione
politica di ogni individuo va rispettata e tutelata, perché
appartenente alla sua sfera privata. Ma è possibile che il popolo
italiano si sia reso conto di avere una classe politica inadeguata
solo quando si è visto decurtare gran parte dello stipendio? È
accettabile per una democrazia avanzata la presenza di corrotti,
mafiosi, faccendieri, ladri, arrivisti e trasformisti nelle aule dove
si decide il futuro di una nazione? È
possibile che non ci vergogniamo di essere rappresentati da certe
persone? Bisogna sempre ricordare come il panorama politico attuale è
figlio dei governi precedenti. Tutti sono colpevoli. Se questo è un
governo criminale, allora gli altri dovremmo accusarli di concorso di
reato. Se ciò che vogliamo è una caccia alle streghe allora tutte, ma proprio tutte, devono andare al rogo. Pur sapendo che questo, purtroppo, non ci risolleverà dalla terribile situazione che stiamo vivendo.