Un nuovo tipo di giornalismo è possibile. www.ilsegnonews.it

sabato 28 aprile 2012

Quando lo spazzino fa carriera e diventa operatore ecologico

Noi italiani siamo proprio unici. Amiamo differenziarci, complicare le cose quando sarebbero in realtà estremamente semplici. Riempirci la bocca per non dire nulla. Beh in questo siamo speciali. Dobbiamo ammetterlo. Seguiamo la moda. Anche quella semantica e linguistica. Ci stiamo abituando a significare il nulla. Sfiorando l'assurdo, rasentando il ridicolo. Ma forse ci crediamo più furbi degli altri violentando all'estremo la nostra lingua. Negli ultimi tempi si è cercato di rendere nobili, affibiando con la forza titoli e qualifiche, alcune mansioni lavorative. Come se queste ultime fossero orfane di un nome. Assistiamo così impotenti ad annunci di lavoro dove vengono richieste come figure professionali quelle di operatori ecologici e scolastici. Non sarebbe meglio definirli semplicemente spazzini e bidelli? La ricerca spasmodica di una maggiore autorevolezza nel definire alcune attività lavorative sembrerebbe mostrare una presunta inferiorità latente delle stesse. C'è forse da vergognarsi se una persona lavora come bidello o spazzino? Forse gli altisonanti appellattivi inorgogliscono a tal punto i fautori del political correct fino a fargli perdere la reale dimensione del tutto. Banale dire che qualsiasi lavoro onesto è gia di per sè dignitoso. Ma c'è una professione che mi diverte più di tutte. Quella delle "professioniste del sesso". O "escort" se l'elitarismo vi si addice di più. Proviamo a giocare con le parole. Immaginate un amico che vi dica: "ho visto una escort appoggiata ad una lanterna semaforica". Che cosa vi viene in mente? Una macchina incidentata su un palo della luce o una prostituta appoggiata a un semaforo? Fortunatamente viene in mio soccorso Nicolò Ghedini, l'avvocato di Berlusconi, che proprio in questi giorni ha fatto il punto della situazione chiarendo una volta per tutte l'annosa questione. Con estrema semplicità e aggiungendo spunti per la riflessione. Ha così definito "escort" le ragazze coinvolte nelle cene di Arcore mentre il suo assistito, più che maggiorenne, sarebbe stato solamente l'"utilizzatore finale" delle stesse. Questa proprio non la sapevo. C'è sempre da imparare. Grazie ancora Ghedini. Dio l' abbia in gloria.

1 commento:

  1. E in questo la comunicazione potrebbe fare, dovrebbe fare molto.
    Ti rispondo solo citando il titolo che un noto motore di ricerca in questo momento reca sulla home page:
    "Crisi, i ragazzi diventano escort. E c'è chi aspetta il Bunga Bunga".
    I brividi...

    RispondiElimina