L'Occidente si arroga il diritto di decidere quali sono le culture che si devono incontrare. Il tutto è acuito e amplificato dall'11 settembre. Ma siamo sicuri che esista una purezza delle culture? O, forse, siamo in una "società liquida" basata sull'interculturalità? Ha, quindi, ragione di esistere un'ossessiva teoria di etichettamento delle culture?
A tal proposito è emblematica la celebre parodia che l'antropologo Ralph Linton era solito proporre ai suoi studenti nella prima lezione:
“il cittadino americano
medio si sveglia in un letto costruito secondo un modello che ebbe
origine nel vicino Oriente. Egli scosta le lenzuola e le coperte che
possono essere di cotone, pianta originaria dell’India; o di lino,
pianta originaria del vicino Oriente; o di lana di pecora, animale
originariamente domesticato nel vicino Oriente; o di seta, il cui uso
fu scoperto in Cina. Si infila i mocassini inventati dagli indiani e
va nel bagno, i cui accessori sono un misto di invenzioni europee e
americane. Si leva il pigiama, indumento inventato in India, e si
lava con il sapone, inventato dalle antiche popolazioni galliche.
Tornato in camera da
letto, prende i suoi vestiti da una sedia il cui modello è stato
elaborato nell’ Europa meridionale e si veste. Indossa indumenti la
cui forma derivò in origine dai vestiti di pelle dei nomadi delle
steppe dell’ Asia, si infila le scarpe fatte di pelle tinta secondo
un procedimento inventato nell’ antico Egitto, tagliate secondo un
modello derivato dalle civiltà classiche del Mediterraneo; si mette
intorno al collo una striscia che è un vestigio sopravvissuto degli
scialli che tenevano sulle spalle i croati del diciassettesimo
secolo.
Andando a far colazione
si ferma a comprare un giornale, pagando con delle monete che sono
un’ antica invenzione della Lidia. Al ristorante il suo piatto è
fatto di un tipo di terraglia inventato in Cina, il suo coltello è
di acciaio, lega fatta per la prima volta nell’India del sud, la
forchetta ha origine medievali italiane, il cucchiaio è un derivato
dell’ originale romano. Prende il caffé, pianta abissina e mangerà
delle cialde, dolci fatti, secondo una tecnica scandinava, con il
frumento, originario dell’ Asia minore.
Quando il nostro amico ha
finito di mangiare, si appoggia alla spalliera della sedia e fuma,
secondo un abitudine degli indiani d’ America, consumando la pianta
addomesticata in Brasile o fumando la pipa, derivata dagli indiani
della Virginia o la sigaretta, derivata dal Messico.
Può anche fumare un
sigaro, trasmessoci dalle Antille, attraverso la Spagna. Mentre fuma
legge le notizie del giornale, stampate in un carattere inventato
dagli antichi semiti, su di un materiale inventato in Cina e secondo
un procedimento inventato in Germania.
Mentre legge se è un
buon cittadino conservatore ringrazierà una divinità ebraica di
averlo fatto al cento per cento americano.
Fonte: R. Linton, Lo studio dell'uomo, Il Mulino, Bologna 1973, pp. 359-60.
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